DECIDERE E GIUDICARE NELLA CHIESA

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    La Sesta Giornata canonistica interdisciplinare, ricollegandosi in modo speciale alla Quarta (responsabilità, corresponsabilità e rappresentanza) ed alla Seconda (Personalismo del Diritto canonico) si presenta come un primo tentativo di far emergere qualche ulteriore elemento in grado di iniziare l'abbozzo delle conseguenze teoretiche e fondative che possono derivare dall'indirizzo fondativo là specificato: come s'incontrano ed interagiscono reciprocamente corresponsabilità e Personalismo nell'Ordinamento canonico?

    Quanto emerso nelle precedenti Giornate canonistiche interdisciplinari ha evidenziato che la persona e la corresponsabilità costituiscono i 'poli' entro cui prende vita ed ai quali dev'essere sempre ricondotta l'intera dinamica istituzionale della Chiesa per mantenersi fedele all'originario fondamento evangelico (cristologico ed apostolico), tanto più dopo che il Concilio Vaticano II ha ribadito questi 'principi' nel suo 'illustrare' la natura, struttura e funzione della Chiesa stessa: costituita dall'annuncio del Vangelo, vivente il Vangelo, per annunciare il Vangelo, cosicché la persona per la cui salvezza Cristo è morto e risorto possa trovare nella corresponsabilità vissuta nella/dalla Comunità cristiana l'habitat naturale per crescere nella santità già durante il pellegrinaggio terreno verso la patria celeste diversamente l'annuncio evangelico sarebbe scaduto a semplice 'gnosi'.

Persona e corresponsabilità, allo stesso tempo, costituiscono spesso anche (i) fattori di 'debolezza' dello stesso vivere e -molto più- agire ecclesiale, soprattutto 'dove' e 'quando' si deve decidere non solo per altri ma anche di altri, Persone, a loro volta corresponsabili -per quanto secondo il proprio status/munus- della stessa missione ecclesiale; con-discepoli alla scuola dello stesso unico Maestro, compagni di strada sulla stessa via della santità (Mt 23, 8-10).
Ne deriva pressoché immediatamente come la domanda corretta da porsi nella Chiesa non sia tanto chi e perché possa/debba decidere: la 'natura' stessa della Chiesa lo ha mostrato con chiarezza fin dalle origini attraverso la caratteristica dell'apostolicità, quanto piuttosto come lo si debba fare proprio nel rispetto di questa stessa natura/identità.
Decidere e giudicare sono attività che nella vita ecclesiale assumono un particolare significato ed una specifica valenza in quanto l'intervenire vincolando la vita dei fratelli nella fede non presuppone né gli stessi fondamenti né le stesse modalità degli Ordinamenti giuridici 'civili'.

Il Personalismo e la corresponsabilità che animano e modellano la missione e la vita ecclesiale esigono infatti che l'esercizio di qualunque autorità e potestà offra un reale beneficio all'esistenza credente, tanto individuale che comunitaria (i tradizionalmente detti salus animarum e bonum animarum).
L'attività di governo (=decidere) e quella giudiziale (=giudicare) attuate nella Chiesa non solo rispondono strutturalmente a questa tipicità, ma ad essa devono anche restare operativamente fedeli, senza che incaute assunzioni teoretiche di inadeguate concezioni sociali, culturali, politiche, teologiche ,ed anche tecniche possano snaturarne l'identità.


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