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recensione

CATTANEO A. (cur.), L’eredità giuridica di San Pio X, Marcianum Press, Venezia, 2006, pp. 354.



Il volume raccoglie gli Atti della due giorni di studi organizzata dall’“Istituto di Diritto canonico San Pio X” di Venezia nei giorni 19-20 maggio 2005, per celebrare il centenario dell’inizio dei lavori di codificazione del Diritto canonico latino intrapresa dal già Patriarca di Venezia Card. Giuseppe Sarto nel 1904, offrendo visibilità alla rinascita di una delle opere veneziane dello stesso Patriarca: l’Istituto di Diritto canonico da lui fondato nel 1902, rimesso in auge nel 2003 dal Card. Angelo Scola. L’opera raccoglie ben ventidue apporti suddivisi in due Parti: “Il ministero pastorale di Giuseppe Sarto” (sette saggi) e “Il rinnovamento giuridico nel pontificato di San Pio X” (quindici saggi).

La prima parte si presenta più legata alla figura ed alla personalità del futuro Pontefice codificatore, illustrandone lo stile e le convinzioni pastorali, nel tentativo –riuscito– di far emergere i fondamenti ed il radicamento dei presupposti che avrebbero spinto il neo-Pontefice ad intraprendere un’opera così faticosa, ma altrettanto importante ed irrinunciabile, non per la Chiesa soltanto, quanto per il suo nuovo Pastore. Gli interventi offrono agli studiosi una preziosa possibilità di ‘ricostruire’ lo spirito con cui Papa Sarto aveva utilizzato lo strumento giuridico canonico prima a livello pastorale (da Curato e Parroco), poi a livello esecutivo (da Cancelliere), fino al livello del governo ecclesiale (da Vescovo e Metropolita), prima di predisporne una nuova formalizzazione nel futuro Codice. Le convinzioni e le attese –soprattutto operative– del futuro Papa avrebbero giocato un ruolo di primissimo ordine nei suoi interventi programmatici e metodologici durante i lavori di codificazione del Diritto canonico, trovando in lui un (il?) vero ‘stratega’ della nuova impresa giuridica ecclesiale.

La seconda parte, più abbondante, si divide in tre articolazioni: “La codificazione canonica”, “I rapporti tra la Chiesa e lo Stato”, “Altre riforme giuridiche del pontificato di San Pio X” che illustrano sotto diversi punti di vista molte tematiche più o meno connesse al filone centrale del tema. Qualche intervento appare poco più che simbolico (cinque-sei pagine). Anche in questa Seconda parte risulta apprezzabile la grande quantità di apporti di carattere circostanziale e personale che aiutano a focalizzare con maggior puntualità contesti e presupposti di un certo numero di ‘atti’ di governo come le riforme della Curia romana, del Vicariato dell’Urbe e dei Seminari; oppure le questioni legate allo Ius pubblicum ecclesiasticum externum, o gli elementi più espressamente ‘codiciali’. Ne emerge una chiara figura di uomo di governo (prima che di Diritto), capace di reggere il confronto alla pari col primo dei suoi collaboratori, e spesso prospettato dalla dottrina come ‘concorrente’ nell’opera codificatoria: il ‘tattico’ Card. Pietro Gasparri che tante attenzioni ha concentrato su di sé e sul proprio –imponente– lavoro, fin quasi ad oscurare l’originaria mens del Codice latino del 1917 al di là di ogni e ciascun aspetto puramente ‘tecnico’.



Prof. Paolo Gherri
Incaricato Teologia del Diritto canonico - Pont. Univ. Lateranense


in: COMMENTARIUM PRO RELIGIOSIS ET MISSIONARIIS, LXXXVIII (2007), 425-426.