Dover iniziare per primo davanti a Relatori della portata di chi mi seguirà non è certo senza imbarazzo... per chi, come me, non ha `titoli' da poter esibire per chiedere attenzione; d'altra parte è già questa una delle `risorse', ed al contempo, uno dei `rischi' legati al mondo di internet dove l'effettività domina su altre componenti più tradizionali proprie anche del mondo del sapere (quali la `Laurea'): in internet ciò che conta oggi è la `visibilità', più dell'autorevolezza... l'esserci più dei titoli!
Il mio approccio al tema `internet' è, e sarà, piuttosto `tecnico': da appassionato di trasmissioni e trattamento dati... con l'occhio, critico per la verità, non tanto del `teoretico' quanto dell'operatore telematico e di archiviazione e gestione elettronica...
Il metodo che seguirò é `induttivo': dai fatti ai loro significati... da ciò che "é" nella realtà a ciò che deve essere preso in considerazione e fatto oggetto di riflessione.
Dal punto di vista tecnico, inizio affermando che internet non é affatto l'unica espressione della telematica... anzi, lo stesso parlare di `internet' è generico e parziale, in quanto occorrerebbe sempre distinguere tra ciò che è davvero `Rete' e ciò che è solo applicazione di tecnologie comuni alla `Rete' o da essa derivate (come il protocollo TCP/IP) o, peggio ancora, semplice utilizzo strumentale della `Rete' come veicolo per trasportare dati: la `Rete' invece del telefono... senza pensare che la `Rete' utilizza il telefono!
Internet non ha infatti creato nuovi `strumenti di comunicazione' (come sono state invece la radio o le fibre ottiche) ma un modo diverso di usare i vecchi fili del telefono!
Al di là di quanto ben conosciuto dai fruitori del mondo della Rete, vorrei esplicitare in questa sede alcuni elementi di presupposto, sostanzialmente tecnico, che ritengo indispensabili per chi voglia `ragionare' sulla Rete e non solo `navigarla' (non ci chiediamo adesso che senso abbia "navigare una rete"...).
1_ elemento: internet non esiste! Esistono solo computer, linee telefoniche e dispositivi di interconnessione! Oppure, più correttamente, nessuno `ha' internet, né potrebbe averla... oppure ancora: internet non è da nessuna parte, in quanto internet non è `qualcosa' ma un semplice `collegamento' tra computer: un flusso di elettroni che spostano bits da un capo all'altro della terra... Col fatto che neppure i bits sono `qualcosa' ma il semplice supporto elettronico a `rappresentazioni' della realtà, si tratti di parole, immagini o suoni... Non dimentichiamo, qui, che `file' significa semplicemente `archivio'.
2_ elemento: Internet è una delle realtà più `labili' del nostro tempo: contiene tutto (meglio: di tutto) ma non offre nessun grado di sicurezza circa il proprio `funzionamento': è stata creata infatti basandosi sul principio della `inaffidabilità' e nessuno potrà mai darle una qualunque consistenza o garantirne il funzionamento, la velocità, la possibilità operativa reale, in quanto sono i meccanismi stessi su cui la Rete si basa ad `arrangiarsi' come meglio possono per portare a termine le richieste loro rivolte... con la necessaria distruzione continua di milioni di `pacchetti' di dati ormai inefficaci ed il tentativo continuo di far arrivare a destinazione più dati possibile senza curarsi da dove o come; oltre a non poter garantire in nessun modo l'efficienza dei dispositivi di elaborazione e trasmissione dati attraverso cui transitano i `pacchetti' sulla Rete. (Quante volte infatti sperimentiamo come le velocità reali con cui `scarichiamo' le pagine sono ridicole rispetto alla velocità tecnica della connessione al nostro POP.)
3_ L'internet che conosciamo noi tutti oggi non è quella `vera': il `Web', tanto più se multimediale, è solo una delle possibilità di utilizzo, ma all'origine ed in futuro non era né sarà così... L'internet originale serviva a sostituire i super-computer che mancavano in vari centri di ricerca... quella che verrà `sostituirà' gli stessi centri di ricerca, permettendo di lavorare a progetti comuni in tutta comodità senza lasciarsi ostacolare dalle distanze... traendone anzi vantaggio in una nuova dimensione di sinergia globale e connettendo addirittura i propri `laboratori' in nuove `strutture virtuali'.
D'altra parte Internet è nata per la scienza, a servizio di due aspetti fondamentali della ricerca: la condivisione dei dati acquisiti e l'aumento del potenziale di calcolo nell'elaborarli... è stato il `Web' a trasformarla oggi in un immenso `luna park', snaturandone l'essenza di `risorsa' per farne un `mass media'.
`Internet-2', già allo studio negli USA, ristabilirà però l'ordine, assicurando alla ricerca scientifica la `qualità' necessaria ed abbandonando l'attuale internet in pasto al mercato ...un mercato in cui ogni utente,per accedere gratuitamente ad internet, é a sua volta `venduto' al demone della pubblicità!
Ecco qui, allora, una particolare interpretazione del titolo di questa serata: ``Internet: rischi e risorse''...
Il termine `risorsa' costituisce uno dei concetti fondamentali di internet, tanto che viene utilizzato fin dalle origini per identificare il `dove' trovare ciò di cui si abbisogna. Ciò che volgarmente si chiama `indirizzo' ha in realtà un altro `nome': URL (Universal Resurce Location).
Il concetto stesso di `risorsa' indica un <<mezzo che può venire in aiuto in caso di necessità; un mezzo di cui si dispone e che può costituire sorgente di guadagno o di ricchezza>> si tratta, cioè, di qualcosa che costituisce in modo stabile la base delle normali disponibilità di chi opera... In qualunque campo il concetto di `risorsa' evoca ciò che, in un qualche modo, è utile o necessario per operare o produrre qualcosa... Internet è nata in questo modo e per questo fine: essere una risorsa `esterna' condivisa e condivisibile!
Questo concetto chiave di internet é oggi messo in serio `pericolo' dalla trasformazione della `Rete' in `bazar' dove si addossano le `vetrine elettroniche', i `telecomandi', le banche, le borse, le biblioteche, i Ministeri... ecc.
La grande facilità operativa e la `gratuità', oltre il degrado delle conoscenze tecniche di base necessarie per operare sul Web, hanno poi permesso un proliferare incontrollato e, soprattutto, altamente instabile di `siti' che `nascono' e `muoiono' quotidianamente a ritmi vorticosi, spesso senza introdurre nuovi `contenuti' (`risorse') ma replicando in modo ridondante quelli già presenti.
Parlando di internet che `non c'è', o meglio non è da nessuna parte, ma si presenta come una realtà semplicemente `potenziale' che si concretizza solo a determinate condizioni tecnologiche, diventa utile, e necessario, introdurre il concetto, ormai abusato, di `virtualità'...
Proprio a questo concetto facevano riferimento i `padri' di internet quando, in ambito militare (ARPANET), ne crearono le premesse: non si potrà infatti distruggere ciò che non c'è o che non si sappia dove sia! (Principio della "inaffidabilità assoluta" che, a suo modo, é una grande sicurezza).
Oggi internet é a pieno titolo parte e `motore' di quell'insieme di attività, esperienze e `strutture' che chiamiamo `realtà virtuale'... qualcosa cioè con cui entriamo in rapporto (realtà) ma che esiste solo in quanto a noi reso percepibile attraverso particolari strumentazioni tecnologiche basate sull'apporto informatico. Non esiste, infatti, `realtà virtuale' senza il computer che la generi sincronizzando più dispositivi di riproduzione sensoriale per suscitare nel soggetto una sensazione interattiva o `immersiva' rispetto all'ambiente così generato.
Quando però si parla di `realtà virtuale' é necessario distinguerla immediatamente dalla semplice immaginazione di cui la persona umana è dotata: l'immaginazione è infatti una creazione dello stesso soggetto immaginante che, anche sotto opportuna stimolazione emotiva o sensoriale, `crea' attorno a sé una `circostanza' altrimenti inesistente partendo dai dati sensoriali già posseduti nella propria memoria ed esperienza.
Per contro si deve affermare che la `realtà virtuale', invece, è prima di tutto un `tema' tecnologico, direttamente proporzionale alla capacità dei `media' di riprodurre elementi della realtà adatti ad interagire col soggetto che ne fruisce. Senza tecnologia appropriata non esisterebbe `realtà virtuale'! ...Così come senza un basso prezzo di produzione ed acquisto di questi prodotti tecnologici la `realtà virtuale' sarebbe appannaggio solo di qualcuno e non fenomeno di massa come si presenta oggi ai nostri occhi.
Per capire meglio (anche se questa non é `tecnica'):
* Nell'immaginazione il soggetto non recepisce dati sensoriali dall'esterno ma rielabora i dati già in suo possesso; nella `realtà virtuale', invece, il soggetto è fondamentalmente passivo e recepisce dall'esterno la maggior parte dei dati che la sua fantasia rielabora poi in una `vera' esperienza vissuta, sostenuto anche dalla possibilità dell'interazione.
Tipica differenza tra le due `esperienze' è che l'immaginazione si attua sostanzialmente ad `occhi chiusi' e non ha bisogno di nessuno `strumento' esterno... é quindi strettamente personale ed incomunicabile; la `realtà virtuale' invece ha necessità assoluta di macchine che facciano `vedere' immagini ed interagire con esse... e può essere `sperimentata/partecipata' contemporaneamente da più persone, anche a distanza.
* Ancora differente dalla `realtà virtuale' è l'esperienza `cultuale-celebrativa' che l'umanità conosce fin da tempi remotissimi; in essa sull'immaginazione prevale il coinvolgimento personale favorito da un `ambiente' esterno che racchiude comunque una realtà oggettiva con la quale il soggetto interagisce; anche la presenza di oggetti, movimenti, stimoli sensoriali tocca direttamente il soggetto. Nella cultualità esiste una realtà oggettiva che però risulta filtrata da un `codice' che comunica `altro' al soggetto partecipante.
Immaginazione e cultualità hanno accompagnato l'uomo da sempre... la `realtà virtuale' è invece un'esperienza nuova, proporzionale alla tecnologia disponibile e, soprattutto, al suo grado di `verosimiglianza' nel riprodurre la complessità del reale.
Ecco emergere allora uno `snodo' irrinunciabile della `realtà virtuale': la `verosimiglianza' che la deve caratterizzare e che, proprio per questo, le merita il `titolo' di `realtà'... l'`immaginazione' e la `cultualità' non hanno invece nessun bisogno di verosimiglianza: basta ciò che il soggetto è in grado di `elaborare' personalmente.
E' proprio la necessità di `verosimiglianza' a rendere indispensabile il computer per `costruire' gli ambienti ed i movimenti che verranno proposti all'utilizzatore; ciò ha portato allo sviluppo di un nuovo settore dell'informatica applicata: il `rendering' come tecnica di trasformazione della grafica informatizzata fino a renderla appunto `verisimile' nei movimenti, nei cambi di prospettiva ecc. Senza di questo non sarebbe possibile parlare di `realtà'!
A queste tecnologie produttive e ri-produttive della realtà virtuale si legano altre tecnologie volte alla facilitazione del trasporto, soprattutto telematico, dei dati necessari per introdurre l'utilizzatore in questa `realtà'; si tratta della c.d. `compressione dati'... che spesso è in realtà una semplice riduzione dei dati ai soli dati `significativi' o, peggio ancora, `utili' a creare la sensazione voluta.
Esempio tipico di questo, sono le tecnologie `Mpeg' e `MP3' che tagliano tutto quanto non serve a `vedere' o a `sentire' (la tecnologia Mpeg registra infatti solo le variazioni significative per il movimento partendo da una diapositiva iniziale `completa'; anche il tanto enfatizzato MP3 non è altro che un taglio delle frequenze sonore `non-utili' all'ascolto `ordinario'... Bella differenza dalla `consistenza' dei fotogrammi su cellulosa da 32 mm o dalla qualità CD-audio!)
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Dopo questa semplice carrellata `critica' su alcuni aspetti tecnologici sottostanti il mondo virtuale di internet, passiamo all'esplicitazione non tanto dei `rischi' ma delle ambiguità del settore; ambiguità che, se non conosciute e non sufficientemente valutate, possono diventare, più che `rischi', autentici pericoli.
Eccoci allora davanti al `sottotitolo' di questo incontro: il partecipare frequentemente a situazioni virtuali, senza la dovuta consapevolezza, che effetti culturali e sociali può provocare nel soggetto?
Non é evidentemente possibile in questa sede illustrare le grandi potenzialità della Rete e dei suoi derivati... tanto meno é mia intenzione `rubare' il mestiere ai `venditori di virtualità telematica'; continuerò semplicemente un approccio `critico' ed un po' scanzonato per evidenziare ciò che difficilmente si dice e si legge in tema di `Rete'. ...Non sarò certo io, comunque, a `demonizzare' ciò che utilizzo sistematicamente da anni!
* Partiamo dalla `socialità' della persona.
L'ipotesi più credibile, anche senza ricorrere alle ricerche americane sulle patologie del settore, è che si crei un'alterazione, più o meno profonda, del "principio di realtà" che è assolutamente necessario per l'equilibrio psico-emotivo e relazionale della persona umana; il virtuale, cioè, in quanto `verisimile' si sostituisce impercettibilmente al reale causando nel soggetto un progressivo distacco dalla realtà oggettiva e favorendo un soggettivismo individualista che lo isola in un `mondo' che potremmo dire `autistico' più che `virtuale', dove tutto avviene `a comando', secondo i propri gusti... e senza dover mai affrontare qualcosa di diverso dal proprio punto di vista.
L'alterazione del "principio di realtà" si ripercuote immediatamente sulla relazionalità del soggetto che diventa incapace di affrontare la reale complessità del vivere, soprattutto del vivere insieme ad altri.
Il tema diventa più concreto ed evidente quando si prenda in considerazione il fatto che spesso il `virtuale' ed il `reale' ci vengono presentati attraverso gli stessi strumenti della comunicazione quotidiana, all'interno della stessa `cornice', rendendo il `virtuale' sempre più realistico e `condendo' il `reale' con gli stessi elementi del virtuale.
Gli esempi quotidiani di ciò sono innumerevoli:
1_ Le previsioni del tempo di "Linea Verde" mostrano graficamente le
immagini di quanto succederà a distanza di giorni sul cielo italiano...
anche il loro commento è spesso al presente o addirittura al passato ed
utilizza espressioni del tipo <<possiamo vedere come le nuvole...
ecc.>>; in realtà quella che `vediamo' e siamo invitati a
considerare visivamente è solo una rappresentazione grafica di
ciò che non è, e certamente non sarà mai!
Ben diverse
sono le immagini inviate dal MeteorSat: vere fotografie, per quanto rielaborate
graficamente per ottenere una miglior leggibilità, di ciò che
realmente è successo ed è stato possibile vedere e
sperimentare!
2_ Anche la possibilità offerta dalle tecnologie `on demand'
(com'é internet) favorisce un isolamento dei diversi soggetti in mondi
autonomi senza necessità di confronto e relazione con `alterità'
di nessun tipo: ciascuno richiede quello che lo aggrada, all'ora che gli pare,
lasciando fuori il resto del mondo... prescindendo dalla vita reale intorno a
lui.
Quale diventa allora la realtà vitale per chi
fugge da 8 ore di officina per rifugiarsi in questi mondi auto-costruiti su
misura? L'orizzonte culturale, comportamentale, sociale e politico diventa
così mono-tono collocando il soggetto in uno `spazio vitale'
inesistente.
Per di più: che cos'è `normale' ed `ordinario'
sotto il profilo esistenziale e comportamentale per chi passa ore all'interno
di `ambienti parziali' come sono quelli `on demand'? Già la
`normalità' statistica non è affatto un parametro culturale e
comportamentale `oggettivo'... a maggior ragione il piccolo mondo in cui ci si
isola facilmente attraverso la multimedialità interattiva!
3_ A livello sociale: relazionalità, confronto, democrazia, cosa diventano per chi è abituato a immergersi in `ambienti' su ordinazione dove il parere del singolo è unico e non contrastato ...e dove ciascuno sceglie quello che vuole e non s'interessa a cosa abbiano scelto o desiderino gli altri?
4_ Ancora riguardo ad internet: la possibilità offerta da alcuni
`portali' di personalizzare la pagina d'ingresso in rete creandosene una per
`proprio conto' nella quale ciascuno mette i links alle pagine Web che
più lo interessano. Si ha in questo modo la possibilità (spesso
inevitabile per difendersi dal ciarpame imperante) di crearsi qualcosa di
assolutamente individuale, ma soprattutto assolutamente parziale, evitando
l'incontro ed il confronto con altri elementi della realtà comunque
presenti.
Se si `localizza' questo in ambito informativo si ha la
possibilità di crearsi autonomamente il proprio `quotidiano' o
rotocalco, secondo i propri gusti e prescindendo da qualsiasi apporto
redazionale esterno: l'equilibrio e `completezza' di una qualsiasi testata
giornalistica va irreparabilmente perduto e l'approccio al reale risulta
assolutamente smantellato.
* Sotto il profilo `culturale' le implicanze non sono meno concrete.
Anche in questo caso é realistica l'`ipotesi' circa l'alterazione del "principio di effettività": la frequentazione, cioé, di uno spazio `virtuale' in ragione dei `contenuti' disponibili può far perdere la capacità estimatoria del soggetto nei confronti di quanto gli viene `messo a disposizione';
concretamente:
1_ come già sottolineato all'inizio dell'intervento, in internet conta "l'essere presenti"... al di là della capacità di fondare scientificamente le proprie affermazioni supportandole con sufficienti motivazioni. Si perdono così le `garanzie' di autorevolezza che il mondo del sapere ha sempre cercato di darsi in ragione del rigore dell'informazione scientifica e si apre una sorta di `cattedra virtuale' per ogni `libero pensatore' che possa accedere alla Rete... in tal modo si rischia il dominio incontrastato del "secondo me..." per troppi incapaci di valutare la portata di quanto `letto' in Rete... un fenomeno simile alla `referenzialità televisiva' del <<l'ha detto la TV>>... col fatto che almeno la TV ha una certa `soglia di accesso'... del tutto assente nel Web.
2_ Lo sviluppo `mass-mediatico' della Rete, che personalmente reputo
disastroso, ha già indotto in molti `fornitori di contenuto' una vera
corsa all'aggiornamento continuo delle `pagine', sull'onda del principio,
proclamato dai venditori, che "le pagine non aggiornate non suscitano nessun
richiamo". Questo ha già creato svisamenti macroscopici circa
l'effettiva `portata' contenutistica del materiale disponibile
sul Web, al punto che i contenuti di carattere `statico' sono oggi
definiti "contenuti deboli" in contrapposizione a quelli `forti' delle
`pagine' continuamente aggiornate...
* In questa prospettiva la `Biblioteca
Nazionale di Firenze' offre contenuti decisamente più `deboli' di quelli
di `Milano Finanza'... con un trionfo del `momentaneo' sullo `storico'...
dell'immediato sul permanente!
C'é il pericolo effettivo della
cancellazione delle basi della memoria storica con tutte le conseguenze
culturali e sociali del caso!
** Che dire, poi della possibilità data
dai più recenti Word-Processor di `linkare' direttamente nei propri
testi dei files provenienti dalla Rete come se risiedessero sul proprio
computer... quando queste `risorse' non sono permanentemente disponibili in
`Rete' ma `annidate' in qualche data-base con relativo `motore di ricerca'?
3_ Nel campo della ricerca e della documentazione `scientifica' non si può dimenticare l'instabilità, ed inaffidabilità conseguente, dei "motori di ricerca" di cui internet é ormai traboccante; eseguire una ricerca su una parola c.d. `chiave' può dare risultati incredibili: 150.000 ricorrenze del termine richiesto... con la necessità di esaminare il risultato attraverso schermate (grafiche) di 11-15 `items' per volta... salvo risultati diametralmente opposti la settimana dopo! Cosa é rimasto del concetto iniziale di `risorsa'?
* Una `collocazione' autonoma, ma non secondaria in un'ottica di `equilibrio' culturale, possiamo dedicarla ad alcuni `controsensi' che il mondo internet attuale sta creando; per esempio:
* ascoltare la radio per telefono! Certamente allo studente carpigiano trasferito a Stoccolma nell'ambito del "Progetto Erasmus" farà piacere ascoltare via internet, a scuola, le dediche di "Radio Bruno"... tuttavia il passaggio dalla radio al filo non credo possa essere considerato un `progresso' ...quando anche il `mouse' ha ormai perso la sua `coda'!
** Che dire poi dell'affidabilità ed autorevolezza di un `sistema' in cui, se si sbaglia a digitare uno dei 12 numeri che individuano la `risorsa' da linkare, ci si potrebbe trovare collegati non con la Biblioteca dell'Università di Oxford ma col frigorifero del vicino di casa?
*** Ancora, il grande `ritrovato' dell'`internet-phone': telefonare senza telefono (in mano) ...ma con quello cui é collegato il computer... Dato il marasma dei sistemi di tariffazione della telefonia tradizionale, é comprensibile un escamotage di questo tipo... non si parli però di `progresso' nelle telecomunicazioni!
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Concludendo... un'osservazione sul tema "democrazia ed internet".
Quanto già detto sulla possibile `portata' del `soggettivismo' indotto dalla frequentazione del `virtuale' deve essere confrontato con un risultato `tecnico' innegabile: più del Dipartimento di Giustizia statunitense è stata la stessa internet a compromettere i `menischi' (se non proprio le ginocchia) del colosso di Bill Gates: la sua "Microsoft Network" é stata infatti un fallimento... il browser "Explorer" é dovuto diventare un `file manager' di Win-98 per costringere la gente ad usarlo (senza saperlo)... ma, più ancora, é stato costruito in internet e per internet il sistema operativo di rete che sta dando seri problemi di concorrenza, e soprattutto qualità, alla Microsoft, si tratta di "Linux", distribuito, installato, certificato ed assistito in tutto il mondo sia dalla I.B.M. che dalla COMPAQ...
Qualcosa di simile si deve dire di "Java" ed altri `elementi' che hanno finalmente superato le barriere delle diverse piattaforme informatiche creando una sorta di `democrazia elettronica degli standard' decisa dai singoli utenti e non imposta dallo strapotere commerciale e tecnico di qualcuno...
In campo tecnologico é certamente un successo!
Tuttavia, un fenomeno analogo in campo culturale, sociale o politico lascerebbe certamente molte perplessità...